Numerose città costiere del Kenya furono fondate dagli arabi che, a partire dal XII secolo d.C., intrattennero intensi rapporti commerciali con i gruppi indigeni. Dall'incontro tra i due popoli nacque la cultura swahili, contraddistinta da due elementi di unificazione: la lingua kiswahili e la religione islamica.Gli agricoltori kĩkũyũ, etnia del gruppo bantu, rappresentarono subito il gruppo più potente e numeroso del territorio; la loro supremazia non fu mai messa in discussione dai masai come vorrebbe la tradizione popolare. I Masai sono un popolo nilota che arrivò nell'odierno Kenya nel XVII secolo, per occupare il loro territorio attuale verso il 1750. Questa data è ottenuta contando a ritroso i gruppi di iniziazione, i cui nomi sono ricordati oralmente senza eccezioni da tutti i clan Masai. Furono i kamba, popolazione agricola interposta tra la costa e il centro del paese, ad utilizzare storie sulla presunta ferocia dei Masai per evitare che troppe carovane di mercanti raggiungessero l'interno, togliendo loro il ruolo di mediatori nei commerci tra la costa e le regioni interne.
In quel periodo i portoghesi occuparono alcune località della costa, ma in seguito vennero soppiantati dai sultani omaniti di Zanzibar. La presenza degli europei si intensificò alla fine del XIX secolo, quando il Kenya divenne una colonia britannica. I bianchi scacciarono gli indigeni dai fertili altopiani dell'interno, avviando l'agricoltura di piantagione. I kĩkũyũ vennero impiegati nelle belle fattorie disseminate sul territorio e diedero un importante contributo alla crescita economica del Paese. I kamba vennero spinti ad arruolarsi e dar vita al nascente esercito. I luya vennero solitamente impiegati in lavori domestici e l'artigianato. Dando ad ogni etnia un ruolo diverso, i coloni inglesi applicarono la legge del divide et impera usata in tutti i paesi africani sotto il loro dominio. Questa divisione è visibile ancor oggi nella società keniota.
Nel secondo dopoguerra i kĩkũyũ lottarono aspramente per conquistare l'indipendenza (molti di loro parteciparono alla celebre rivolta dei Mau-Mau). L'indipendenza fu ottenuta il 12 dicembre 1963 e le elezioni di quell'anno portarono Jomo Kenyatta, uno dei leader indipendentisti, alla presidenza del paese. Kenyatta promosse una politica moderata e filoccidentale, realizzando importanti riforme economiche e politiche che permisero la modernizzazione e l'industrializzazione del paese; inoltre rimase in buoni rapporti con la Gran Bretagna e con le nazioni confinanti.
Morfologia
Dalla costa bassa e sabbiosa dell'oceano Indiano, il territorio del Kenya si avvia procedendo verso l'interno. La geografia del Kenya è alquanto complessa. Il Kenya è un paese dell'Africa Orientale, ed è attraversato dall'equatore. Pur essendo un paese equatoriale, e tropicale, presenta climi molto vari. Nel nord si trovano aree desertiche, e nel centro sud altopiani, con boschi e savane. Il paese è attraversato da lunghe catene di montagne. Complessivamente, l'elemento morfologico che più caratterizza il Kenya è la Rift Valley, che lo attraversa da nord a sud. Le acque interne presentano laghi di acqua dolce e di acqua salata; numerosi sono anche i soffioni boraciferi e i geyser. Pochi invece i fiumi, di cui solo due hanno una portata e una lunghezza degne di nota (il Tana e il Galana).
Alla fascia costiera, lunga oltre 400 km, succede una regione di altopiani aridi e stepposi; quello centrale, che si eleva a quote comprese tra i 1500 e i 3000 metri, è diviso dalla frattura della Rift Valley che si sviluppa da nord a sud e che forma il bacino del Lago Turkana (o Rodolfo). Ai lati della Rift Valley si innalzano imponenti massicci vulcanici, il maggiore dei quali è il monte Kenya (5199 m), uno dei monti più alti dell'Africa e il Kilimanjaro (5358 m) al confine con la Tanzania. L'altopiano degrada a ovest, in prossimità del Lago Vittoria, e a nord dove il territorio del Kenya è occupato da un ampio tavolato desertico.
Idrografia
fiumi del Kenya non sono imponenti; i due principali, il Tana e il Galana, si gettano nell'oceano Indiano e hanno un regime molto variabile nel corso dell'anno, in funzione dalla frequenza delle precipitazioni piovose. Il lago più vasto del paese è il Turkana, dal momento che solo una piccola porzione del Lago Vittoria appartiene al territorio del Kenya; il Lago Turkana ha acque salmastre e vi affiorano numerose isole.
Il clima
Il clima, molto caldo e umido nelle regioni costiere, diventa più mite e asciutto nel cuore del Paese, in rapporto all'altitudine. Le piogge sono concentrate in due periodi dell'anno: da marzo a maggio le grandi piogge, mentre da ottobre a dicembre le piogge sono intense ma brevi. L'ambiente dominante è quello della savana, tutelato da numerosi parchi naturali che coprono circa il 10% del territorio nazionale. Sulle pendici delle montagne e lungo il corso dei fiumi si trovano tracce dell'originaria foresta pluviale; mentre a nord, nelle zone meno piovose, la savana sfuma nel deserto. La savana è l'habitat di grandi mandrie di erbivori (antilopi, gazzelle, giraffe, bufali, zebre, elefanti) e dei loro predatori (leoni, leopardi e ghepardi). Nelle acque dei laghi e dei fiumi vivono ippopotami e coccodrilli.
Demografia
La popolazione del Kenya (41.609.700 nel 2011) continua a crescere a ritmi elevati: nel giro di vent'anni è pressoché raddoppiata e molto alta è la quota di popolazione giovane, con meno di quindici anni. La densità demografica è elevata nella regione interna degli altopiani, mentre la fascia costiera è poco abitata, fatta eccezione per l'area di Mombasa. Il tasso di urbanizzazione è alto, con il 45% della popolazione radunata in zone urbane che si stanno estendendo. La popolazione urbana si addensa soprattutto nelle città di Nairobi, la capitale, e di Mombasa, città araba sulla costa.
Etnie
La popolazione è suddivisa in più di settanta etnie, appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i nilotici, i paranilotici e i cusciti. Un tempo il paese era abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle regioni interne, dai masai, che oggi vivono soprattutto nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu (21% della popolazione); altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue minoranze di asiatici, europei e arabi.
Religione
L'appartenenza religiosa è così composta: presbiteriani, altri protestanti e quaccheri 45%, cattolici e ortodossi 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%. Altri includono induismo, animismo, sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í. Il Kenya contiene il più grande gruppo di quaccheri in una singola nazione.
Lingue
Inglese (92%), swahili (8%), Sheng (slang urbano). L'Inglese e il Kiswahili sono considerate lingue ufficiali dell'Assemblea Nazionali e tutti gli atti possono essere scritti in una o entrambe queste lingue.